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Negli ultimi due anni le abitudini lavorative di milioni di persone sono state stravolte per causa di forza maggiore.
La pandemia ha praticamente obbligato le aziende a concedere, e in molti casi a sperimentare per la prima volta, lo smartworking.
I pregi ed i difetti di questa metodologia lavorativa sono stati più volte analizzati da noi ma, soprattutto, dai quotidiani nazionali che hanno focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’interazione sociale, dall’ufficio condiviso a, banalmente, la chiacchierata davanti alla macchinetta del caffè.
Adesso che ci stiamo avviando (con le dita incrociate) alla fine della pandemia, il dibattito è aperto: quale futuro per lo smartworking?
Alcune società sembrerebbero indirizzate verso una via di mezzo con la presenza in ufficio 3 volte su 5, altre al rientro totale.
Noi, nel nostro piccolo, abbiamo visto un incremento della presenza degli smartworker all’interno dei nostri uffici, arrivando ad avere un’occupazione del 95%.
D’altronde, la realtà dei coworking, appoggia la politica del lavoro agile ma favorisce l’incontro e la condivisone, il classico dei casi nei quali ci si trova in mezzo.
Nel nostro piccolo ci auguriamo che l’efficienza di questo metodo possa aver insegnato qualcosa e che il futuro sia tracciato in questa direzione, d’altra parte non smetteremo mai di credere che è l’incontro a stimolare la creatività ed il nostro motto lo testimonia: “You’ll never WORK alone”.

I Coworking in Italia nel 2019 sono cresciuti. Sono nati 40 nuovi spazi condivisi raggiungendo la media è di 1 Coworking ogni 84.000 abitanti

Coworking in Italia nel 2019 sono cresciuti. Stando ai numeri di Italian Coworking con la sua ICS 2019. Sono infatti nati 40 nuovi spazi nella penisola superando quota 700. Il numero è davvero interessante se si pensa che appena 10 anni fa, nel 2010, se ne contavano appena una decina.
La media è di 1 Coworking ogni 84.000 abitanti.

L’area con maggior diffusione è il Nord Ovest che con 252 spazi condivisi rappresenta il 36% dei Coworking in Italia nel 2019.
A seguire il Nord Est con 173 spazi condivisi, il centro con 145, il Sud con 93 e le isole con 41. Se entriamo nel dettaglio la regione che recita la parte del leone è la Lombardia con 184 Coworking, a seguire Veneto, Emilia Romagna e Lazio.

 

 

 

Il Coworking in Italia 2019: città o provincia?

A un primo avviso potrebbe sembrare un fenomeno che riguarda i grandi centri urbani ma è un fenomeno piuttosto variegato. Milano con 91 Coworking e 1 spazio ogni 14mila abitanti guida la particolare classifica. Al secondo posto Roma con 5 Coworking, 1 ogni 45mila abitanti e al terzo posto Torino con 24 Coworking, 1 ogni 36mila abitanti, che nel 2019 si mostra una realtà piuttosto dinamica nel 2019 con diverse nuove aperture.

Ma sono i piccoli centri a sorprendere. Infatti 1 Coworking su 4 ha sede in centri urbani al di sotto dei 50mila abitanti e la metà di questi opera in comuni al di sotto dei 20mila. Non è difatti un caso che regioni come Veneto ed Emilia Romagna dove non sono presenti gossi agglomerati urbani siano invece le realtà più dinamiche del territorio e viaggino con una media di 1 Coworking ogni 60-65mila abitanti.

 

Coworking in Italia: una realtà variegata

 

Come abbiamo detto le statistiche sul Coworking in Italia nel 2019 ci mostrano una realtà piuttosto variegata. Si va da aziende strutturate e focalizzate sul business del Coworking ad aziende che usano il Coworking come un aspetto accessorio del proprio business. Si va da spazi ristretti sotto i 100 mq a strutture oltre i 1000 mq.
Da questo punto di vista l’interpretazione italiana del Coworking è piuttosto fantasiosa e risponde a esigenze diverse sul territorio nazionale. Dal sociale ai laboratori, dagli studi professionali ai Coworking rurali.

 

Coworking – redditività

 

 

Nel complesso sono il 39% dei Coworking ad essere in attivo e il 17% in perdita. Le aziende giovani sono quelle che ovviamente soffrono i costi di avviamento. Infatti fra le neonate nel 2017-2018 solo il 21% è in attivo, percentuale che migliora al 44% per le nate nel 2015-2016 e addirittura al 53% per quelle nate nel 2011-2014 con una percentuale appena del 10% delle aziende in perdita.
Ma il discorso cambia ancor più se lo rapportiamo alla superficie. Le aziende che gestiscono Coworking con spazio superiore ai 1000 mq sono al 92% in attivo e al 8% in pareggio. Zero perdite. Il zero perdite viene anche registrato per le aziende che gestiscono superfici sotto i 100 mq dove però la maggior parte è in pareggio con il 63% e il 37% in attivo.
Le categorie di mezzo sono quelle che soffrono maggiormente e in particolare quelle che sono fra i 600 mq e 1000 mq dove si registra la maggior percentuale di aziende in perdita che è del 30% e appena 30% in utile, quasi a testimoniare che o si fa il salto e si diventa una grossa azienda in grado di creare quella massa critica in grado di ammortizzare i costi di gestione o se no, si rischia di rimanerne soffocati.

 
I risultati del Coworking professionale

Infatti ne è dimostrazione il sottoinsieme di quelle aziende che sono focalizzate sul Coworking. In questo caso che gestisce superfici superiori ai 1000 mq è al 100% in attivo.Lo stesso discorso vale per le superfici piccole intorno ai 100%. La categoria più bastonata è quella che gestisce superfici tra i 601-1000 mq dove non ci sono aziende che fanno utili e al 33% sono in perdita.
L’area geografica dove ci sono le aziende più profittevoli è il Nord-ovest dove al 48,48% fanno utili e appena il 9,09% è in perdita. Il Nord-Est presenta un sostanziale equilibrio con aziende al 40% in utile e al 19% in perdita. Centro, Isole e Sud hanno invece percentuali più alte in temine di perdite e più basse come utili.

La mappatura fornita da Italian Coworking ci da idea di un’Italia che usa il Coworking, che lo apprezza come soluzione ma che in molte aree lo usa come strumento finalizzato a contenere i costi e non come vero e proprio strumento di sviluppo economico del territorio.

 

Fonte: Rent or Share ( https://www.rentorshare.net/i-numeri-del-coworking-in-italia-nel-2019/ )

Il 20 Settembre 2019 uscirà su Netflix la docu-serie “Inside Bill’s Brain”, basata sulla vita privata e lavorativa di Bill Gates.

Un personaggio che è una fonte di ispirazione per gli imprenditori di tutto il mondo, una persona capace di partire con un piccolo progetto nato in un garage insieme a due amici fino ad arrivare ad essere l’essenza del progresso e della rivoluzione tecnologica (al pari di Steve Jobs).

Speriamo che un giorno, le tante idee che vediamo nascere nel nostro coworking, possano essere ricordate come i primi passi di progetti rivoluzionari come quelli di Mr. Microsoft.

Da dove cominciare? Magari prendendo spunto dalle sue 15 frasi più significative.

 

  1. «Se avessi avuto qualche idea del traguardo, non credi che l’avrei attraversato anni fa?»
  2. «Ho avuto un sacco di sogni quando ero un ragazzino, e penso che gran parte di ciò sia nato dal fatto che ho avuto la possibilità di leggere molto».
  3. «Scelgo una persona pigra per fare un duro lavoro. Perché una persona pigra troverà un modo semplice per farlo».
  4. «La vita non è giusta, abituatici!»
  5. «Il mondo non si preoccuperà della tua autostima. Il mondo si aspetta che tu realizzi qualcosa PRIMA che ti senta bene con te stesso».
  6. «Le persone hanno sempre paura del cambiamento. La gente ha temuto l’elettricità quando è stata inventata, no?»
  7. «Sopravvalutiamo sempre il cambiamento che si verificherà nei prossimi 2 anni e sottostimiamo il cambiamento che si verificherà nei prossimi 10 anni. Non lasciamoci cullare dall’inazione».
  8. «Dobbiamo investire un sacco di soldi per cambiare i comportamenti».
  9. «Rimango sempre colpito ripetutamente da quanto importante sia la misurazione per migliorare la condizione umana».
  10. «I tuoi clienti più infelici sono la tua più grande fonte di apprendimento».
  11. «La pazienza è un elemento chiave del successo».
  12. «Il successo è un cattivo maestro. Seduce le persone intelligenti a pensare di non poter perdere».
  13. «Va bene celebrare il successo, ma è più importante prestare attenzione alle lezioni di fallimento».
  14. «Per vincere alla grande, a volte devi correre dei grossi rischi».
  15. «In realtà il nostro successo è basato sulle partnership che scegliamo all’inizio».