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La scorsa settimana abbiamo fatto un’analisi sull’importanza del logo (la potete trovare qui: https://www.spaziotu.com/limportanzadiunlogo/ ).
Il marchio di un’azienda è il biglietto da visita con il quale la stessa si presenta al mondo.
Da sempre le società più importanti hanno investito tanto su di esso curandone ogni minimo dettaglio, spesso anche caricandolo e appesantendolo più del dovuto.
Come già detto nel precedente articolo questa tendenza però è stata invertita e negli ultimi anni sono stati numerosi i processi di restyling dei loghi più famosi.
Questo perché nell’ultimo decennio si è sviluppato il culto della grafica “minimal”, basata sul concetto “più è semplice più è riproducibile”.
Le parole chiave di questa nuova corrente sono sicuramente “sintesi” e “popolarità”.
Ma, avendo già analizzato il processo di innovazione e svecchiamento dei loghi, cosa si può dire sulle società nate nel bel mezzo di questa nuova moda illustrativa?
Il nuovo millennio ha portato gran parte del mercato di oggettistica (e non solo) su internet.
Sono diverse le società nate da questo fenomeno.
Il format è semplice: si dà la possibilità sia ai negozi sia ai cittadini privati di vendere e acquistare prodotti online su portali creati ad hoc dall’azienda di turno.
Tra le più famose troviamo sicuramente Aliexpress, popolarissima società di vendita online nata nel 2010.
Il logo di “Ali” è esattamente in linea con il concetto di “marchio sintetico”, infatti presenta semplicemente il nome scritto con i colori della bandiera cinese, il rosso e il giallo.
Lo stesso format è stato utilizzato dalla compagnia aerea spagnola “Iberia Express”.
Nata nel 2011, anch’essa ha limitato il suo logo al proprio nome scritto con i colori della bandiera nazionale, aggiungendo come unica componente grafica un piccolo triangolo, simboleggiando così l’ala di un aereo.
Abbiamo esempi anche nella nostra penisola, dove l’unione di Fiat e Chrysler ha dato luce nel 2014 alla FCA, scritta che compare anche come logo ufficiale in colore azzurro.
LA NOSTRA PICCOLA REALTA’
Noi di SpazioTu abbiamo in parte seguito l’idea di marchio sintetico ma non ci siamo limitati soltanto alla scritta.
Il nostro colore ufficiale è il verde ed il nostro logo è formato da un cerchio con un piccolo buco in alto a destra e con un secondo oggetto circolare che “entra” a colmare il foro.
Questo concept, ideato dal team di ZonaMoka, simboleggia la nostra grande famiglia, dove abbiamo una dimensione ed un identità ben definita ma c’è sempre spazio per nuovi membri, anzi, quando questi arrivano ci completano sempre un po’ di più.
Speriamo che questo piccolo lavoro grafico sia un ottimo modo per presentare al mondo romagnolo il primo coworking di Cattolica.
“Un logo […] è la figura, che solitamente rappresenta un prodotto, un servizio, un’azienda, un’organizzazione, un gruppo musicale o altro ancora; tipicamente è costituito da un simbolo o da una versione o rappresentazione grafica di un nome o di un acronimo che prevede l’uso di un lettering ben preciso. (https://it.wikipedia.org/wiki/Logo).”
Così Wikipedia sintetizza il concetto di logo ma, dietro, ci sono studi intensi ed un mondo tutto da scoprire.
Lo scopo del logo è di mostrare in maniera sintetica di cosa si occupa l’azienda, provando a sommare tre fattori: nome, campo e aspetto fisico.
L’ultimo dei tre punti negli ultimi anni non è più considerato importante tanto quanto i primi due, poiché la tendenza è ormai quella di snellire il più possibile il marchio in maniera da renderlo facilmente riproducibile da tutti ed, inoltre, immediato da associare alla ditta.
A proposito della tendenza sopracitata di alleggerire il marchio abbiamo tre esempi recenti:
Io stesso, da amante dei dettagli, penso che tutti e tre i vecchi loghi sopracitati siano molto più belli e completi delle nuove versioni ma, da grafico pubblicitario, capisco tutti i progetti e li promuovo a pieni voti.
Più una cosa è semplice e più le persone saranno capaci di riprodurla e ricordarla.
Ovvio, non bisogna arrivare alla sintetizzazione estrema, bisogna lavorare sempre con criterio, cercando di mantenere almeno qualche tratto distintivo dell’azienda, altrimenti non sarebbe un lavoro coerente con gli obbiettivi della stessa.
Detto ciò è chiaro che la tendenza di questi anni è quella di spostarsi sempre di più verso un mondo “minimal” a livello grafico, quindi tutti i progetti di semplificazione dei marchi sono da considerarsi quantomeno attuali.
Ci sono anche società che decidono di creare più varianti.
Solitamente si utilizza un logo generico che però cambi o aggiunga, a seconda dei progetti e delle iniziative aziendali, dei piccoli elementi.
Questo permetterà di mantenere un’identità costante ma, allo stesso tempo, di spingere l’occhio del cliente ad entrare di più nei dettagli, cercando di capire a pieno il progetto e scrutando con curiosità le nuove componenti grafiche inserite e/o modificate.
Un chiaro esempio di questa tendenza possiamo trovarlo nel logo dei Linkin Park.
La famosa rock-band di Los Angeles ha utilizzato questo format sin dagli esordi.
Una “L” ed una “P” fisse come tratto distintivo ma con contorni, sfondi e forme geometriche che sono cambiate a seconda del periodo, del concept degli album e degli avvenimenti storici.
L’ultima tristissima e, probabilmente, definitiva modifica, vede un esagono spezzato senza l’ultimo segmento, a simboleggiare la prematura scomparsa del leader Chester Bennington.
(https://www.quora.com/What-does-the-Linkin-Park-logo-mean-How-was-it-designed)
In conclusione i loghi sono una parte fondamentale nelle dinamiche di un’azienda poiché sono il biglietto da visita che presentiamo non solo ai nostri clienti ma a tutto il mondo per identificarci.
Non è un caso che molte ditte ingaggino team di esperti per creazioni o restyling dei marchi.
La prima impressione, purtroppo o per fortuna, conta.
Sta a noi scegliere come presentarci, l’obbiettivo, ovviamente, è far sì che le persone vengano a scoprire veramente quello che siamo capaci di offrire, magari dopo essere state attirate dal nostro logo.