Che futuro si prospetta per lo smartworking?

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Negli ultimi due anni le abitudini lavorative di milioni di persone sono state stravolte per causa di forza maggiore.
La pandemia ha praticamente obbligato le aziende a concedere, e in molti casi a sperimentare per la prima volta, lo smartworking.
I pregi ed i difetti di questa metodologia lavorativa sono stati più volte analizzati da noi ma, soprattutto, dai quotidiani nazionali che hanno focalizzato l’attenzione sull’importanza dell’interazione sociale, dall’ufficio condiviso a, banalmente, la chiacchierata davanti alla macchinetta del caffè.
Adesso che ci stiamo avviando (con le dita incrociate) alla fine della pandemia, il dibattito è aperto: quale futuro per lo smartworking?
Alcune società sembrerebbero indirizzate verso una via di mezzo con la presenza in ufficio 3 volte su 5, altre al rientro totale.
Noi, nel nostro piccolo, abbiamo visto un incremento della presenza degli smartworker all’interno dei nostri uffici, arrivando ad avere un’occupazione del 95%.
D’altronde, la realtà dei coworking, appoggia la politica del lavoro agile ma favorisce l’incontro e la condivisone, il classico dei casi nei quali ci si trova in mezzo.
Nel nostro piccolo ci auguriamo che l’efficienza di questo metodo possa aver insegnato qualcosa e che il futuro sia tracciato in questa direzione, d’altra parte non smetteremo mai di credere che è l’incontro a stimolare la creatività ed il nostro motto lo testimonia: “You’ll never WORK alone”.

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