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Torna la Business Breakfast con una novità… Open Mic in sala conferenze!

IN COSA CONSISTE LA BUSINESS BREAKFAST?
è una colazione offerta dallo staff di SpazioTu per dare il benvenuto ai nuovi coworker e per far interagire la community, creando così collaborazioni a km 0

…E INVECE L’OPEN MIC?
Avrai la possibilità di fare una breve presentazione sulla tua attività, su un nuovo progetto o su quell’idea che tieni nel cassetto da un po’ di tempo ma che non sei sicuro che possa funzionare… potrebbe essere il momento giusto per scoprirlo!
Gli interventi saranno da prenotare per permettere uno svolgimento scorrevole e, soprattutto, piacevole.
Saranno così divisi: 4 minuti per l’esposizione (potete scegliere se farla solamente a voce o tramite video, slide e/o altro) e altri 3 per le eventuali domande.

COME PRENOTARSI?
Commentando il seguente post: https://lnkd.in/dtKfqe_X

DOVE?
La business breakfast si svolgerà a CafféTu, l’Open Mic in sala conferenze.
L’indirizzo è lo stesso: SpazioTu-Coworking Cattolica- Via del Prete 123, Cattolica

QUANDO?
Mercoledì 21 settembre alle 10.30

VI ASPETTIAMO NUMEROSI!

Diciamolo subito: siamo fortunati.
Sì, perché se abbiamo potuto introdurre il modello del “beach working” è solamente grazie alla nostra ubicazione su un territorio turistico e marittimo.
Quello che è certo è che il sistema piace e funziona.
Ma che cos’è il “beach working” ? Per spiegarlo dobbiamo tornare indietro di un anno.

Dopo due mesi di lock-down totale, nei quali in molti hanno consumato serie-tv, cantato sui balconi e riscoperto (o forse scoperto per la prima volta) l’efficienza dello smart working, SpazioTu riapre le proprie porte, adeguandosi alle nuove normative anti-covid.

La voglia di viaggiare e rilassarsi è tanta ma il lavoro che si è accumulato nei mesi precedenti non può essere trascurato.
Molti italiani, quindi, prenotano le proprie vacanze nel bel paese, portandosi appresso il proprio pc e i propri doveri.
Purtroppo però, nelle case in affitto le connessioni internet non sono presenti mentre in hotel ed in spiaggia, spesso, ci sono ma vacillano.

Ecco quindi l’idea di creare la “business summer card”, una tessera ricaricabile di validità due settimane che consente ai turisti della nostra Cattolica di utilizzare le postazioni in open-space, distanziate tra di loro come previsto dalla normativa, avendo così a disposizione un ufficio anche in vacanza.

Un tuffo al mare, un’occhiata alle mail e poi via, ci si reca a SpazioTu per smaltire il lavoro accumulato.

Il servizio è stato un successo e la quasi totalità dei nostri clienti del 2020 sono tornati da noi per poter sottoscrivere una nuova card, mentre, molti altri, ci stanno scoprendo per la prima volta in questa estate 2021.

Gli abbonamenti per le postazioni in open-space sono triplicate rispetto al 2019 e questo è soprattutto grazie alla business summer card, un servizio che ci permette di ampliare il nostro network, incontrando le più svariate attività provenienti da tutta Italia.

Lavorare in un ambiente professionale senza togliere tempo al relax e allo svago, ecco perché il “beach working” è un sistema che piace.

Il lavoro, più di qualsiasi altra attività umana, rappresenta perfettamente la forte attrazione del nostro cervello per le situazioni stabili. Ci siamo evoluti cercando di allontanare il più possibile le minacce, tanto che le incertezze ci creano sempre spiacevoli condizioni di malessere.

Pertanto, la mente ama (follemente?) gli schemi ricorrenti, a tal punto da farci rinchiudere cognitivamente dentro routine noiose, ma che al tempo stesso ci tranquillizzano. In sostanza, viviamo (e ci piace che sia così) con l’illusione del controllo sul tempo presente, perché, in fin dei conti, lo sforzo di proiettarci nel futuro andrebbe a rompere l’equilibrio che (a fatica) abbiamo conquistato.

Poi, quando la “preziosa” zona di comfort va a farsi benedire, ecco che il cervello, con gli stessi meccanismi di protezione, va alla ricerca di altre nostre identità (secondarie?) per far quadrare di nuovo tutto. Si tratta di automatismi a volte lenti, ma che comunque si innescano immediatamente.

Ho messo alla prova questi sistemi quando, alla soglia dei cinquantanni, mi sono reso conto che la mia professione di pubblicitario non collimava più con gli obiettivi di auto-realizzazione cui aspiravo. Ovviamente, ciò non è successo da un minuto all’altro, nel senso che il “disegno”, sebbene latente, stava prendendo forma attraverso “passate di colore” successive, ma è stata la decisione istantanea, e forse in larga parte inconscia, a far “saltare il banco”.

Così, tirata la riga sul percorso professionale fin lì svolto, ecco che sono letteralmente sprofondato sul divano, insieme a tre domande:

  • Come pagherò le bollette?
  • Cosa so fare?
  • Cosa potrei fare?

Non nascondo che in quel momento di affanno o, meglio, di iperventilazione, la maggiore difficoltà è stata quella di riuscire a dare un ordine ai pensieri, alle azioni e, non da ultime, alle emozioni.

Ho fatto un elenco di cose piacevoli

Si sa, il lavoro occupa gran parte delle nostre giornate, e per questo motivo ci preclude un sacco di attività che rimandiamo sistematicamente sine die.

Si tratta di cose spesso banali e a costo zero il cui prezzo, però, lo determina il tempo. Ora, che mi ero liberato dai vincoli temporali, ho cominciato a fare jogging in orari “da pensionati”, ho letto una quantità inverosimile di libri (quelli che di solito accumulano mesi di polvere sul comodino), ho ripreso la macchina fotografica e immortalato con “occhio ghirriano” i paesaggi distanti non più di un chilometro da casa mia.

In tutto questo, cosa c’era di funzionale all’obiettivo di “rimettermi in partita”? Nulla o quasi nulla, ma il mio umore è migliorato. E quando siamo felici vediamo meglio il mondo, comprese le sue opportunità.

Ho collegato tutti i puntini

Se da un lato è semplice sapere chi siamo (sociologo -sic!-, architetto, ingegnere, etc.), è assai molto più complicato renderci conto di ciò che sappiamo fare. Infatti, cosa sapevo fare?

La prima risposta (automatica) è “Non so fare niente”. Subito dopo, e questo è il lavoro più duro, occorre “infilarsi gli stivali” e cominciare a cercare in mezzo al fango.

Nel mio caso, ma credo di poter dire che sia così un po’ per tutti, non riuscivo a dare un valore alle abilità che stavano a corollario della mia mansione principale (o ufficiale). Allora, materialmente (nel senso autentico del termine) ho messo nero su bianco le azioni giornaliere che mi avevano accompagnato per anni: parlare, raccontare, convincere, rappresentare.

Sembrerà una faccenda dozzinale, ma quella sequenza mi ha fatto vedere delle relazioni forti e come esse stesse formassero una rete di connessioni “spendibili”. Eureka! Avevo molte skill del formatore e non lo sapevo.

Ho creato il mio marchio personale

Le cose esistono solo quando è possibile attribuire loro un nome, un’immagine, una storia. In questo senso ho capito che se volevo giocarmi le mie opportunità dovevo diventare un brand.

Ho cominciato a “raccontarmi” sul blog, ho iniziato a tessere relazioni “sociali sui social”, ho messo a disposizione (Creative Commons sempre siano lodate) le mie risorse. Insomma, ho fatto tutto quello che dovrebbe fare un marchio quando si vuole posizionare nella mente dei suoi potenziali clienti. Ciò mi ha permesso di vedere oltre quello che ritenevo essere l’orizzonte.

Ho portato il mio contributo, in alcuni casi anche gratuitamente, a conferenze, convegni, workshop con lo scopo principale di allagare il mio portafoglio di relazioni. Parafrasando un antichissimo adagio, soprattutto oggi grazie ai collegamenti planetari, “il mondo è piccolo, la gente mormora” e, di conseguenza, la ruota riparte.

Ho cancellato dal mio vocabolario la parola “impossibile”

Quando ci si rimette in gioco, è indispensabile saper cogliere le opportunità anche quando sembrano esserci solo dei problemi.

Per fare un esempio, le mie primissime formazioni hanno riguardato esclusivamente l’insegnamento delle tecniche più efficaci per “realizzare delle presentazioni che spaccano” (detto fra noi, è ancora la cosa su cui investo gran parte del mio tempo), poi mi è stato chiesto se ero in grado di ampliare il novero dei miei argomenti.

Sempre la solita (maledetta) zona di comfort mi consigliava di “stare nel mio” e, conseguentemente, di declinare l’offerta, poi (ecco l’importanza di vedere come collegare i puntini) ho strutturato corsi su argomenti che erano già nelle mie corde: public speaking (è uno dei capisaldi delle presentazioni multimediali), relazione con il cliente (le slide non sono mai fini a loro stesse, ma vengono fatte strategicamente per vendere un prodotto, un servizio, un’idea), negoziazione e problem solving (il senso di un cosiddetto “PowerPoint” è sempre quello di fornire un metodo e una soluzione).

Ora, non so se il mio personalissimo viaggio dell’eroe abbia raggiunto la sua Itaca definitiva. Di certo, non escludo di salpare di nuovo. Anche quando tutti sconsiglieranno di farlo perché il mare è in tempesta.

FONTE: Sergio Gridelli ( https://www.sergiogridelli.it/2020/02/16/reinventarsi-certa-eta/ )

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1. Tutto ciò che è nel mondo quando sei nato è normale e ordinario ed è solo una parte
naturale del modo in cui il mondo funziona.
2. Tutto ciò che viene inventato tra quando hai quindici e trentacinque anni è nuovo ed
eccitante e rivoluzionario e probabilmente puoi avere una carriera in esso.
3. Qualsiasi cosa inventata dopo i trentacinque anni è contro l’ordine naturale delle cose

Douglas Adams

Nel prossimo decennio, l’intelligenza artificiale non sostituirà i manager, ma i manager che
usano l’intelligenza artificiale sostituiranno quelli che non lo fanno

Erik Brynjolfsson and Andrew McAfee 

Quelle che hai appena letto sono due frasi prese dal libro in uscita il 27/09 di Alessandro Vitale “Artificial Intelligence”

Se stai cercando una nuova lettura da divorare per accrescere la tua sete di innovazione, allora hai trovato quello che fà per te!!

Il libro è pubblicato da Egea nella collana sull’innovazione digitale curata da Talent Garden.

E’ rivolto a Manager, persone di business e curiosi che vogliono farsi un’idea per poterla introdurre nella propria organizzazione.

Questo è l’indice 

  1. Artificial Intelligence 
  2. Applicazioni
  3. Machine Learning 
  4. Dati
  5. Persone
  6. Competenze 
  7. Processi
  8. Design
  9. Rischi
  10. Iniziare

L’autore, Alessandro Vitale, ne parlerà a diversi eventi, a partire da Forum Banca e AI+Bots domani. Qui l’elenco completo link

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CLIENTI A KM 0

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Uno di questi è uscire dall’isolamento forzato causato dal lavorare in ufficio standard o a casa, e lavorare in coworking 😉

Per esempio a SpazioTu -Coworking Cattolica- con una rete di 70 coworkers, ovvero persone che lavorano in coworking, nascono continuamente nuove collaborazioni.

Questi sono quelli che chiamiamo CLIENTI A KM 0

Perché? Perché lavorare a contatto con altri professionisti ti permette di avere scambi di idee e ricevere e dare consigli, che possono diventare veri e propri progetti lavorativi!

Inoltre lavorare in coworking ABBATTE i COSTI così hai MENO PENSIERI e più TEMPO da dedicare al tuo LAVORO!

per maggiori info:

👉chiamaci al 331 8851434
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Stai cercando uffici in affitto a Cattolica? Ma ti senti frustrato? Mille bollette nelle mani che non hai tempo di pagare? Non puoi perdere una giornata di lavoro per saldare luce, acqua, fibra wi-fi, affitto e magari è arrivato il corriere mentre eri fuori dall’ufficio! 

Sapevi che a Cattolica ci sono UFFICI già ARREDATI disponibili con un unico canone mensile COMPRESO di TUTTO?

1 CANONE MENSILE compreso di:

  • ARREDAMENTO 
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Così avrai + CLIENTI + RELAZIONI + FLESSIBILITÀ  ma con – COSTI – BUROCRAZIA – PENSIERI

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La modalità di lavoro sta cambiando, si abbandonano gli uffici isolati e si lavora in smart working!! 

Anche Marco Montemagno è uno remoteworker da diversi anni e ce lo dice lui stesso in questo video dove spiega brevemente i pro e i contro di questa nuova realtà lavorativa…

 

fonte video:  YouTube – Lo Smart Working di Marco Montemagno

 

 

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dal Lunedì al Venerdì 📅📆
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Il primo spazio di coworking è nato a San Francisco nel 2005 ad opera di Brad Neuberg.

Neuberg fonda il primo spazio di coworking space chiamato  The Spiral Muse (non The Hat Factory come spesso leggiamo), che Brad teneva aperto per due giorni alla settimana, grazie al supporto economico del padre. Lo spazio rimase aperto circa un anno.

Successivamente fonda The Hat Factory, in un loft sempre a San Francisco.

A dargli man forte sono arrivati Tara Hunt e Chris Messina, con cui ha formato un team di divulgatori che ha fatto conoscere il coworking, grazie alla creazione del Coworking Wiki e del Coworking Google Group

Il fenomeno del coworking è arrivato in Italia tra il 2008 e il 2010 e si è sviluppato seguendo tre strade. Il coworking ibrido: uno spazio nato come ufficio tradizionale e riadattato per assolvere le funzioni di uno spazio condiviso (è il caso, per esempio, di Cowo la prima rete di coworking aperta in Italia nel 2008);

il coworking importato: un network estero già avviato e funzionante che ha aperto filiali anche in Italia (come nel caso di The Hub, poi divenuto Impact Hub, aperto a Milano nel 2010);

il coworking nativo: un’attività pensata fin dal principio come coworking e sviluppata in Italia (il primo esempio è stato Toolbox Coworking, aperto a Torino nel 2010, con 1000m² di spazi condivisi che lo resero il più grande del Paese). Nel 2016 il fenomeno del coworking ha raggiunto, solo in Italia, 300 spazi attivi; quello stesso anno una pubblicazione dell’IRES Piemonte ha indicato gli spazi di coworking come una delle strade percorribili per porre rimedio all’abbandono dei vuoti post-industrial.

Sono sempre di più gli spazi di coworking, e sempre di più le persone che entrano a far parte di questa nuova realtà attirati dalle incredibili possibilità che questo spazio di lavoro può offrirti.

Non è semplicemente il “posto in cui lavori”, l’attività del coworking è il raduno sociale di un gruppo di persone che stanno ancora lavorando in modo indipendente, ma che condividono dei valori e sono interessati alla sinergia che può avvenire lavorando a contatto con persone di talento, con le quali possono nascere nuove collaborazioni.

Business, relazioni, soluzioni…co-working.

Ufficio Temporaneo?

Stai pensando alle tue vacanze in Romagna? 

Ma devi anche lavorare!! Quindi hai bisogno di un posto dove appoggiarti per qualche giorno o settimana? 

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Tutto incluso nel prezzo avrai:

  • Aria Condizionata
  • Wi-fi con Fibra 
  • Box Arredato
  • Ingresso 24 h su 24, 7 gg su 7 
  • Videosorveglianza 
  • Area Relax 
  • Parcheggio

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I box sono limitati quindi affrettati e prenota subito il tuo ufficio temporaneo!!